Proiezionista prima e collezionista poi, Renzo Simonetti ha deciso di conferire a Mediateca.GO “Ugo Casiraghi” la sua collezione di manifesti cinematografici recuperati durante la sua intera vita.
I manifesti, di varie dimensioni, illustrano alcuni dei film più famosi della storia del cinema come Via col vento, Il ponte sul fiume Kwai, Ben Hur, Il gattopardo e Arancia meccanica.

RENZO SIMONETTI – Biografia
“Ero come il bambino di Nuovo Cinema Paradiso”

Renzo Simonetti nasce a Turriaco il 14 aprile 1952.
Dopo le scuole dell’obbligo si diploma all’Istituto Professionale di Elettronica a Monfalcone.
Racconta di sé: «Dopo i 18 anni ho cominciato subito a lavorare come dipendente, e la sera andavo a fare l’operatore cinematografico. Però la mia storia, quella col cinema, comincia molto prima.
La prima volta che sono entrato in una cabina di proiezione avevo 6-7 anni, e avevo la curiosità di un bambino. Quando i miei genitori mi hanno portato per la prima volta al cinema sono rimasto affascinato da questo fascio di luce, e mi chiedevo: – “Ma cosa c’è dietro quella finestra là?”

Giravo così spesso attorno alla cabina di proiezione che, un giorno, l’operatore mi ha invitato a entrare. Fu un’emozione fortissima. Verso i dieci anni imparai, assistito dall’operatore, a montare e smontare i film.
Nei primi anni, anche se non pagato, mi consideravo un signore per il solo fatto di avere le chiavi della cabina di proiezione. Quando ho cominciato il lavoro di aggiustatore di televisori ho anche cominciato a prendere i primi soldi come proiezionista. E con i primi soldi ho finalmente comprato un motorino, quindi una Fiat 500, e poi un proiettore 16 mm e un proiettore 8/S8 Silma.

I proiezionisti erano impegnati tutto il giorno nei vari lavori necessari in una sala cinematografica: riparare sedie, pitturare, attaccare manifesti, ecc.
Quando arrivò Lascia o raddoppia le sale mettevano un videoproiettore in sala, fermavano il film e proiettavano Mike Bongiorno. Fu una batosta per i cinematografi.

Fino al 1970, o forse anche fino al 1976, i cinematografi non se la passavano male. C’erano i filoni, i “sandaloni”, ecc. La crisi si faceva più evidente durante la settimana: il lunedì o il martedì si vedevano soltanto una o due persone. Si cominciò a chiudere per un giorno, poi per due giorni, alla fine rimase sola la domenica, e poi… fine.

Ho vissuto la trasformazione delle normali sale cinematografiche in sale a luci rosse. Si cominciò facendo uno di questi film porno per settimana. E quel tipo di film funzionava sempre. Di questi film porno ne passarono poi tre per settimana, uno ogni due giorni. Cominciarono però a uscire le videocassette vietate ai minori di 18 anni abbinate ai giornali. E a quel punto ci fu il crollo. Alla fine venivano quattro gatti anche col porno».

Anche col passare degli anni Renzo Simonetti è rimasto il bambino eternamente affascinato dal fascio di luce che esce dalla cabina di proiezione. Il cinematografo è stato, allo stesso tempo, la sua professione e il suo hobby.

«Cominciai a noleggiare alcuni 16 mm, per vederli. Vedere un film in pellicola, per me, è come avere un tesoro. All’inizio i film li noleggiavo, perché non erano in vendita. A 18 anni scrissi alla sede della Sampaolo, a Roma, per chiedere di acquistare, per la sola visione privata, una copia di Se non avessi più te (1965) di Ettore Maria Fizzarotti, con Gianni Morandi e Laura Efrikian. Per 100 mila lire mi mandarono una copia del film, non nuova, ma buona.

Quando cominciarono a chiudere i distributori di pellicole a passo ridotto cominciai ad acquistare un buon numero di film. Il primo fu I cannoni di San Sebastian (1968) di Henri Verneuil.

La passione per la raccolta di manifesti è cominciata insieme a quella per il collezionamento di pellicole. Qualche manifesto lo prelevavo al cinema (e sono quelli che riportano ancora la marca da bollo). Moltissimi li ho comperati. E adesso ho cominciato a collezionare DVD».