Avvicinarsi all’opera di Eraldo Sgubin (1925-2018) vuol dire farsi condurre nel variegato mondo di un intellettuale curioso di tutto: letteratura, musica, fotografia, cinema, tradizioni popolari, storia locale e tanto altro ancora. Tuttavia egli fu soprattutto un insigne pedagogo, capace di far interagire le classi della scuola media con la cultura e la vita del territorio.
Eppure la vita di Eraldo Sgubin fu tutt’altro che facile e ricca di agi. I suoi genitori erano modesti agricoltori che fecero mille sacrifici per far studiare al ginnasio e poi al Liceo classico quel figlio così capace e desideroso di imparare che aveva impressionato i suoi insegnanti, i quali avevano chiesto che gli venisse data l’opportunità di studi universitari.
Finì il liceo classico con una media superiore a 8/10 nell’estate del 1944. Per continuare gli studi, però, dovette aspettare la tumultuosa fine della guerra. Scelse la Facoltà di Lettere moderne a Trieste e si laureò col massimo dei voti nel marzo del 1950 con una tesi su Aleksandr Puškin. All’Università aveva anche sviluppato la sua passione per le Arti visive e per la musica. Aveva imparato a suonare il violino, che poi aveva sostituito con la fisarmonica. Per la laurea sua madre gli aveva regalato la sua prima macchina fotografica e le foto dei primi anni ritraggono il paesaggio di Cormons, amici e familiari.
Fortemente convinto che la cultura locale avesse nell’istruzione e nell’educazione dei giovani un’importanza non minore di quella generale, cercava di appassionare ad essa i suoi allievi, servendosi anche di mezzi audiovisivi, di cui in tutta la sua vita fu deciso sostenitore.
Verso la fine degli anni Cinquanta iniziò la sua attività di cineamatore, mantenendosi continuamente aggiornato sui vari ritrovati tecnologici, passando così dall’8mm al Super8, dal VHS al MiniDV e poi al DVD, montando e sonorizzando lui stesso i filmati. Nella sua attività è facile riconoscere una prevalente finalità didattico-educativa, che ha lo scopo di far conoscere ai ragazzi delle scuole e alla popolazione in generale la storia e la cultura del territorio. Infatti l’area del collio cormonese – con una predilezione per il natìo Monte Quarin – e di quello sloveno furono fra i soggetti costanti delle sue riprese foto-cinematografiche; al centro di tutto l’amata Cormons, ripresa nelle varie stagioni, con le sue molteplici manifestazioni pubbliche, gli artisti cormonesi (Zardini, Castellan, Depetris, Canciani, Camaur), scrittori (Zorutti, Zorzut, Macor) e le interviste a personaggi storici di Cormons, tra cui Vanni Padoan, noto antifascista e partigiano e Bruno Pizzul.
Vicepresidente per il Goriziano della Società Filologica Friulana, Eraldo Sgubin fu insignito nel 1985 del prestigioso Premio Epifania (“per la sensibilità ed ingegno professionale, dedizione all’insegnamento, per lo studio critico e la catalogazione della letteratura del Friuli Orientale, per l’opera di tutela e valorizzazione della friulanità nel Goriziano”) e del Premio Merit Furlan, consegnatogli nell’estate del 1997 al Castello di Rive d’Arcano.
La consistenza del fondo:
– 553 film (8mm, Super8, VHS, MiniDv, Beta)
– 1.790 fotografie (diapositive e stampe)
– vari materiali tecnici (cineprese, moviole, proiettori, ecc.)
– pubblicazioni
VALORIZZAZIONE DEL FONDO
Nel 2024 è stato attivato il progetto “I castelli del goriziano e del Friuli nei film e nelle fotografie di Eraldo Sgubin: digitalizzazione e valorizzazione”.
Nato per valorizzare la ricerca storica del territorio goriziano e friulano e la promozione del paesaggio, il progetto ha visto la digitalizzazione dei film e delle fotografie del fondo che Sgubin dedicò ai castelli del goriziano e del Friuli.
Sono così riemersi documenti visivi importanti su manieri del Friuli Venezia Giulia. In particolare si sottolinea il filmato, girato nel 1974 e della durata di oltre 20 minuti, intitolato Castelli friulani che attraverso la voce di Eraldo Sgubin il fruitore viene a conoscenza di nozioni storico-culturali riguardanti i castelli dislocati nelle località di Moruzzo, Villalta, Rive d’Arcano, Ragogna, Susans, Colloredo di Monte Albano, Spilimbergo e Udine.
Nel fondo, inoltre, sono stati rilevati anche documenti dattiloscritti dallo stesso Sgubin che sono una vera e propria integrazione dei suoi filmati: lezioni, appunti, presentazioni che il professore ha scritto, sia in italiano sia in friulano, a completamento dei video. Tra essi spicca un testo intitolato Un film sui castelli storici del Friuli prima e dopo il terremoto: una serie di notazioni che illustra la storia di antichi castelli con un particolare accenno alle riprese fatte a Gemona del Friuli e nella cerchia murata di Venzone prima del terremoto.
Tra i materiali fotografici sono emerse stampe che ritraggono i castelli di Cassacco, Spilimbergo, le rovine Artegna dopo il sisma del 1976, nonché immagini del Castello di Gorizia, Miramare e del Castello di Bled.
Il progetto è stato attuato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

